LETTERA APERTA

Lettera aperta indirizzata ad alcune testate giornalistiche.

ALLA CORTESE ATTENZIONE DELLA REDAZIONE Sono un ex fumatore di 28 anni, ho smesso di fumare circa tre anni fa. Credo sia stata una delle cose più intelligenti che abbia mai fatto. Ero arrivato a fumare ogni giorno più di un pacchetto, insomma mi facevo schifo da solo. Poi decisi di smettere e per farlo seguii i consigli e l'esperienza di mio padre, anch'egli ex accanitissimo fumatore. Nel giro di pochi minuti passai da fumatore ad ex fumatore, in questa nuova dimensione capii molte cose del mondo delle sigarette che prima non potevo cogliere a causa della spessa e ruvida benda nera che il fumatore inconsapevolmente indossa. Ora ogni volta che vedo una persona fumare mi chiedo come faccia, avverto una sensazione quasi di imbarazzo, mi verrebbe cioè da chiedergli "senti ma perché non smetti?". Da inquinatore mi sono quindi trovato ad essere un inquinato: in gran parte dei bar o locali molto frequentati ormai l'aria è divenuta irrespirabile, mi continuo a ripetere come diavolo facevo prima a non accorgermi di tale indecenza. Basti pensare a come si riducono i vestiti (addirittura anche la biancheria intima) dopo una serata in disco, imbrattatissimi dal classico lezzo del fumo. Ritengo che sia una grave mancanza di rispetto quella di chi in posti chiusi fuma tranquillamente, magari strafuma, incurante di coloro (fumatori e non) che sono costretti a respirare la sua tossicità. All'inizio dell'anno i mass media hanno affrontato l'argomento dei divieti di fumare nei posti pubblici alla luce delle modifiche apportate dalla finanziaria 2002. Praticamente non si è capito nulla: c'è una tale confusione che addirittura alcuni gestori di bar ne hanno approfittato, per salvaguardare la propria salute, dicendo ai propri clienti che dal 01/01/02 la legge vieta di fumare anche nei bar. Purtroppo non è così. La finanziaria ha - in sintesi - aumentato le sanzioni amministrative di cui alla legge del 1975, con ulteriori aumenti se il fumatore contravviene in presenza di donne incinta e bambini. L'effetto di tale modifica è che la macchina statale si è messa in moto per far osservare la legge, disponendo perquisizioni e controlli (ora il singolo privato che viene beccato a fumare nei posti in cui c'è il divieto non rischia più solo 5 o 7 euro ma fino a 250 salvo aggravanti). Però c'è da dire che i posti in cui vige il divieto di fumare sono sempre gli stessi del 1975, si può quindi continuare tranquillamente a fumare nei bar e nei ristoranti. Nelle discoteche non all'aperto, invece, è vietato fumare, però se ci si munisce di impianti di aerazione adeguati e previa autorizzazione derogatoria del Sindaco si può far fumare i clienti senza problemi. Proprio nei ristoranti, nei bar e nelle discoteche che la vita dei non fumatori e di noi ex fumatori è divenuta difficilissima, tanto che cerco di frequentarli il meno possibile, preferendo i locali in cui il fumo sia quanto meno tenuto sotto controllo, mediante la legge naturale dell'educazione e del rispetto (cartello da me preferito: chi non fuma lascia il profumo della cortesia). Ho cercato nel mio piccolo di dare un contributo affinché vi fossero meno fumatori in giro e più amor di sé. Non vi preoccupate nessuna idea cruenta...! (eh, eh). Ho semplicemente pubblicato in internet delle lettere che scrissi tempo fa ad una mia cara amica, che mi chiese di aiutarla a smettere di fumare. In quelle lettere vi è la descrizione del mio vecchio status e del "come" sono riuscito a strapparmi le vesti del fumatore. La mia ricetta in sintesi è molto semplice: per smettere di fumare occorre smettere di fumare….ossia bisogna riporre le sigarette in un cassetto e iniziare a vivere da ex fumatore quanto prima; per fare questo ci si aiuta nelle prime settimane con delle gomme alla nicotina per sopperire al bisogno fisico di fumare. Spenta l'ultima sigaretta della propria vita, ci si abitua poi piano piano a non fumare più, allo stesso modo in cui ci si è abituati a fumare, prendendo coscienza del proprio nuovo status e iniziando ad osservare il fenomeno fumo con occhi illuminati e non più intossicati dalla nicotina. Tale mia iniziativa sta avendo un inaspettato riscontro dai navigatori, in alcune settimane ho avuto più di 2000 accessi. Giornalmente ricevo mails di fumatori che mi ringraziano per la mia iniziativa chiedendomi ulteriori consigli e rassicurazioni. Il pensiero di aver contribuito a far smettere di fumare anche una sola persona - devo confessare - mi dà una gioia immensa....è difficile spiegare, ho la stessa sensazione di quando faccio del volontariato, ossia di quando si fa del bene alla gente in difficoltà per il solo piacere di farlo, senza alcun tornaconto se non quello di arricchirsi...."dentro".
Occorrerebbe che vi fosse più attenzione nell'opinione pubblica per il fenomeno del tabagismo (con riferimento particolare alle nuove generazioni) purtroppo di questo se ne parla troppo poco e male. Tale argomento viene spolverato alla giornata mondiale contro il fumo, oppure nelle trasmissioni scientifiche o mediche (viste da quattro gatti), o quando nei TG si citano i casini giudiziari delle grandi multinazionali...nulla di più. Comunque in tutte queste occasioni e nelle iniziative dello Stato concretamente si fa molto poco, si "smuove davvero poca roba". Mi sono chiesto il perché di tale situazione..…:forse per far vivere più serenamente milioni di fumatori? oppure per evitare "fastidi" a chi dal fumo riceve sostentamento (si pensi al complesso comparto pubblico e privato del tabacco!)? Bisognerebbe, a mio parere, comunque cambiare rotta anche in quella poca informazione che viene fatta. Serve a poco limitarsi a dire che chi fuma creperà prima, citando le statistiche delle percentuali di mortalità dei fumatori o trasmettendo le immagini dei malati terminali di cancro. Il fumatore, come facevo io tra l'altro, cambia canale oppure se è costretto proprio a sentire chiude la saracinesca cerebrale o pensa ad altro e poi, immancabilmente, si fa gli scongiuri augurandosi che non capiti a lui. Sul fumatore, perciò, tali messaggi di sventura hanno un'efficacia molto limitata. Si pensi che i fumatori trovano stampato, in caratteri cubitali, sugli stessi pacchetti di sigarette una vera e propria dichiarazione di morte:"Il fumo nuoce gravemente la salute"…nonostante questo continuano ad ingozzarsi di "cicche". Essi hanno, come detto, una sorta di benda cerebrale che, impedendo loro di vedere la realtà, rimuove inconsciamente tutto ciò che può allontanarli dal mondo delle sigarette. Perché, allora, non concentrarsi sulla rieducazione del fumatore, intervenendo sui quei meccanismi psicologici di dipendenza - legati alla nicotina e all'abitudinarietà - che oscurano la ragione? L'ideale sarebbe poter dare una mano concreta a chi desideroso di smettere non vi sia ancora riuscito: non con degli incentivi statali a chi smette di fumare, ma creando servizi pubblici o privati - sovvenzionati magari da qualche fondazione - ove gratuitamente il fumatore riceva gli stimoli giusti, la cosiddetta "illuminazione", unitamente ai consigli pratici sul come riuscire a smettere. Tali "dritte" di indirizzo e di sostegno, assieme alla cultura dell'amor proprio e ad un pizzico di intelligenza, rappresentano un cocktail esplosivo per ogni tipo di fumatore. Il fumatore pentito poi, divenuto definitivamente ex fumatore, diverrebbe una sorta di "soldato antifumo", persona di sicura emulazione anche da parte dei più accaniti fumatori e dei più giovani, oggi sin troppo indifesi e alla mercé dei messaggi pro fumo della modernità. Il motivo per cui mi sono rivolto a Voi è quello di far sì che - grazie al Vostro potere mediatico - anche solo uno dei Vostri telespettatori/lettori possa togliersi definitivamente la famigerata benda nera dello smoker, diventando così per sempre ex fumatore. Nella speranza che il redattore che mi sta leggendo non sia un tabagista fondamentalista, Vi saluto cordialmente.

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